Lancia Flavia: mai un’auto ha avuto una storia così densa di significato per un marchio automobilistico, ed e’ stata testimone ed attrice di passaggi storici importanti, epocali ma anche contraddittori.
Prima trazione anteriore italiana (seconda al mondo solo alla citroen traction avant) prima macchina con 4 freni a disco (le ultime versioni addirittura con il doppio circuito frenante
(superduplex) nonostante la potenza limitata (in quegli anni berline molto sportive come l’Alfa Romeo Giulia avevano ancora i tamburi anteriormente).
Nasce in un’epoca in cui alla famiglia Lancia subentra la gestione Pesenti (1960, Lancia Flavia berlina 1500) e conclude l’era Lancia con l’ultima rivisitazione (1970, Lancia Flavia
berlina 2000) che si affaccia nel periodo Fiat, iniziato nel 1969.
Ha tante qualita’ (confort, abitabilita’, tenuta di strada su bagnato, frenata, rifiniture ) ma altrettanti difetti (poca potenza come scelta costruttiva del progettista Ing Fessia, eccessivo sottosterzo, volante demoltiplicato, frizione debole) che la rendono una Lancia particolare.
La sua diretta discendente viene generata in piena epoca Fiat, con un deciso richiamo al passato Lancia (calandra e stemma Lancia retro’) e anche se strutturalmente identica alla sua progenitrice per simboleggiare il distacco dal modello precedente perde il nome Flavia e si chiamera’ solo Lancia 2000.
E a volte i boxer ritornano: 1976-1984, Lancia Gamma auto, poco compresa, uscita in una congiuntura decisamente poco favorevole, e mal progettata dalla Fiat, tanto per cambiare, ma con molti estimatori (tra cui il sottoscritto).
Cosa rappresenta la Lancia Flavia per me? tante cose, L’ultima vera Lancia, come dicono molti, la prima macchina che ho guidato (Lancia Flavia 1800 berlina IIserie).
All’inizio ho cercato una Flavia Coupe’ 2000 seconda serie (mi piaceva blue lancia, con interni in panno celeste).
Quando ero ragazzo ne vedevo una cosi’ parcheggiata vicino casa: quelle linee retro’, il baule squadrato, la cura degli interni (a dire il vero non eccelsa rispetto alla prima versione o ancora meglio alla successiva) quelle scritte cromate (lancia flavia 2000 scritto in un misto di corsivo e non), il tintinnio del boxer che riconoscevo ad occhi chiusi, quel senso di potenza che la berlina di papa’ non mi dava, insomma mi attraeva molto.
Poi vidi questa, prima serie, colore bordeaux, interni in sky (vera finta pelle!!) chiari, cruscotto di legno e volante anni 60. La cosa incredibile era il lungo cofano imponente e losfarzo delle cromature sopratutto nell’anteriore.
I deflettori dei finestrini anteriori, i pulsanti bianco e nero e il devio luci concludevano il fascino della vettura.
La macchina era in condizioni di carrozzeria pari al nuovo, ma pessima di meccanica (ferma da anni). Dopo vari interventi era pronta per muoversi in sicurezza (faccio prima a dire cosa non e’ stato sostituito/revisionato) con l’unica pecca del sistema di iniezione kughelfisher non a punto. (provo una notevole idiosincrasia per questo nome, non ho mai imparato come si scrive, ma so per certo che funziona veramente male).
Dopo vari tentativi inutili ho optato per la trasformazione a carburatori cercando di mantenere l’originalita’ della vettura (adeguandola alla analoga versione a carburatori).
Peccato, il 1800 iniezione dovrebbe essere pronto e performante (prova di quattroruote 180km/h, 100cv 10cv e 10km/h piu’ della versione a carburatori) ma le auto devono appunto essere mobili, dopo avere rovinato un motorino di avviamento nel disperato tentativo di accenderla, un carburatore con altri pezzi originali era gia’ pronto per essere installato.
Grazie al consiglio di alcuni amici che avevano gia’ effettuato l’operazione a cuore aperto (ringrazio primo fra tutti l’amico Franceso Belloni).
E adesso rimangono solo alcuni particolari per renderla perfetta ed utilizzabile, anche tutti i giorni, come ho sempre desiderato.